Ancora le razze umane – tra politica e antropologia biologica

A cadenza periodica i media italiani danno spazio a infelici uscite di tale politico che si esprimono su temi riguardanti la razza, scatenando oltraggio e indignazione nelle frange liberali e arrampicamenti storici/etimologici o banalità da bar dalla parte offesa per giustificare le proprie parole. Quando si cerca di contestualizzare l’uso del termine razza si cita sempre più o meno volontariamente (e più o meno appropriatamente) l’antropologia, rea di aver legittimato il concetto in epoche storiche passate, e che tutt’oggi ricorre allo stesso termine (ad esempio negli USA, dove si usa comunemente la parola “race”) o a sinonimi per esprimere diversità categoriche nell’aspetto fisico degli individui (penso in particolare all’ambito forense o medico).

È corretto continuare a utilizzare il termine razza? Cosa ne pensa l’antropologia, e in particolare la genetica? Perché le osservazioni degli scienziati sembrano contraddire il senso comune? Qual è il limite tra il politicamente corretto e un affermazione oggettivamente errata?

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